Parte n. 1
La semina su sodo – No Tillage – è la tecnica colturale chiave per l’agricoltura conservativa
La tecnica colturale No Tillage, o semina su sodo, prevede, come pratica continuativa, la semina delle colture direttamente sulle stoppie della coltura precedente, i cui residui vengono lasciati totalmente o quasi (90-100%) sul terreno. Con questa tecnica non viene effettuata nessuna lavorazione del terreno; occorrono tuttavia seminatrici apposite, capaci di tagliare il residuo colturale, di depositare il seme e di ricoprirlo in condizioni di terreno sodivo.
Il No Tillage non è una tecnica colturale da applicare di volta in volta, ma si regge sulla sua adozione continuativa e sullo stabilirsi di un nuovo equilibrio fra elementi fisici, chimici e biologici del suolo.
“No Tillage” (spesso abbreviato “No-Till”), “Non lavorazione”, “semina diretta” e “semina su sodo” sono terminologie differenti che identificano la medesima tecnica, utilizzata oggi su una superficie di 120 milioni di ettari nel modo (10% delle terre coltivate) in continua crescita anno dopo anno.
Effetti sul suolo
L’aratura e, in generale, le lavorazioni del terreno hanno l’obiettivo di ripristinare buone condizioni di sviluppo per le colture, dopo che queste sono andate deteriorandosi nel corso della coltivazione precedente. In un terreno sodivo (No Tillage), invece, la struttura non viene distrutta dalle lavorazioni e si assiste nel tempo ad una sua stabilizzazione con la formazione di una porosità di lunga durata, più continua ed interconnessa, che rimpiazza quella del tutto transitoria ottenuta meccanicamente e crea nel suolo un migliore equilibrio funzionale tra infiltrazione, drenaggio ed areazione. A differenza dei sistemi convenzionali, in quello No Tillage viene a mancare l’effetto temporaneamente curativo delle lavorazioni, per cui diventa particolarmente importante tenere sotto controllo lo stato fisico del suolo. Condizioni fisiche negative possono comunemente derivare da uno scarso livellamento dei terreni, una disomogenea distribuzione dei residui colturali, eccessivi calpestamenti dei cantieri di raccolta. In queste condizioni è probabile che si registrino anche una scarsa uniformità nella profondità di semina e maggiori attacchi parassitari e fungini. Se la dotazione in sostanza organica è scarsa, è inoltre indispensabile aumentarla sia attraverso “cover crop”, sia apportando al terreno concimi organici o materiale compostato o facendo precedere un prato.
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FONTE: Life Help Soil